HANDWRITING OUR WAY TO SELF-EXPRESSION. A HOLISTIC APPROACH TO CALLIGRAPHY.
In a frantic world where so much of our communication has become utterly immaterial, writing down and performing our thoughts, letting paper absorb our feelings, can serve to transform the intangibility of our emotions into something more. Following the advice of our inner wisdom, through the beauty of written words, we can go on a journey towards self-exploration, flourishing as individuals and developing a different way of self-expression.
While the digital era we’re living in is a blessing in so many ways, there are actually plenty of huge, mainly unconscious deficits to the realm of emotions and relationships. Most people state they have been more in touch with others than ever before, and indeed they are, in a communicative, almost voyeuristic way, but not on a collective, empathic level. There are many bodily ways to connect with others and with our inner being, the fulfilled outer self that gives life an extraordinary meaning and which is not accessible through any digital means. When we allow our minds and bodies to stay focused on something for longer, miracles unfold. Everyday writing is elevated to help us develop our own style of creative handwriting, and holding a pen in our fingers is above all a precious gateway to a personal journey, to celebrate mistakes and embrace other sides of the self. Being thoughtfully guided to put pen to paper means to nurture and cultivate our soul through contemplation and self-exploration.
Wordsmith, calligrapher and designer, Betty Soldi is a multi-faceted creative thinker who has been living her life between Florence and London. Driven by meaningful intuition and insight, she runs her own studio nestled in a Florentine secret garden where the magic happens, bursting with flowers and flourishes. Here, through “inksperiences” - soulful, bespoke modern calligraphy experiences that merge artful themes with her unique, holistic approach to handwriting - unexpected wonder happens.
A Q&A With Betty Soldi
As we learn from your inksperiences, calligraphy is not only a matter of handwriting, but mainly a transformational path towards self-discovery. How did you come to this point?
“Through calligraphy we learn again the importance of noticing; noticing mark-making, empty spaces, proportions, connections and relationships between letters and shapes. These gestures transcend pure calligraphic aesthetics and lead to an unexpected dimension of self awareness. Realizing how our writing has not kept changing in correspondence to our ever evolving self, we face the possibility that there are parts of us that we have left unevolved, places in our being where we hardly ever delve into. Being conscious of this, together with the physical act of writing, opens the door to expressing the self differently.”
What happens during an inksperience and who can benefit from it?
“During an inksperience we witness people’s reactions to the possibility of rediscovering their own creativity through a beautiful maieutic journey. Often, the beginning of a session is filled with insecurities and the fear of making mistakes. Quite soon, though, this judgment is suspended. Through fun and meaningful handwritten gestures and calligraphic exploration, each one surrenders to the spark of creativity, simply igniting back something that has always been there. Everyone can benefit from it, all levels of inky manuality are more than welcome, the only requirement is an open mind and to be ready for the unexpected to happen and unravel. This approach is above all in letting go, not controlling. Easier said than done.”
How can making a mark on paper help people on their creative process? What’s the connection between handwriting and creative expression?
“Writing in different ways, without judgement, on different surfaces and with different tools, brings us back to the instinctive need to express ourselves through signs and scribbles, just like we do when we are children: the great cosmic bang of ‘I am here and I am scribbling my sense of self on paper, with no limits, in limitless ways'. Not controlling and letting go puts us back in touch with the creative spark that everyone has within themselves, the innate impulse that we are all born with.”
Throughout any transformational journey, our mind projects many obstacles on our way to the awakening of our true self: how can we write freely, without overthinking?
“Letting go, welcoming mistakes and accepting the unexpected are the ways through which we can experience the magic of flowing freely, expressing instinctively the universe that is inside of us.”
Meet the Author
Founder of Dvendae, Isabella Giomi has always been moved by a constant need to get in touch with beauty by different means of communication, from photography to copywriting, passing through visual planning. Working within the digital marketing industry, after experiencing a workplace burnout, she set on an ongoing journey that led her to dive deeply into her shadow self, developing a continuous and growing interest in the uncovering of inner human potential.
ITALIANO
In un mondo frenetico in cui gran parte della nostra comunicazione è diventata del tutto immateriale, scrivere nero su bianco i nostri pensieri, lasciando che la carta ne assorba i sentimenti, può servire a trasformare l’intangibilità delle nostre emozioni in qualcosa di più. Seguendo i consigli dettati dal nostro intuito, attraverso la bellezza del gesto calligrafico, possiamo intraprendere un viaggio verso l'esplorazione di sé, fiorire come individui e sviluppare un diverso modo di esprimere la nostra creatività.
Sebbene l’era digitale in cui viviamo sia una benedizione per tanti aspetti, in realtà presenta anche una varietà di lacune, principalmente inconsce, relativamente alla gestione delle emozioni e delle relazioni. Nella società di oggi, la maggior parte di noi afferma di sentirsi in contatto con gli altri più di sempre, e in effetti lo è, a un livello quasi voyeuristico della comunicazione, ma non a livello collettivo ed empatico. Esistono molti modi per connettersi con gli altri e con noi stessi a livello fisico, facendo ritorno a quella parte autentica di noi che dà alla vita un significato straordinario e che non è accessibile attraverso alcun mezzo digitale. Ogni volta che permettiamo alla nostra mente e al nostro corpo di mantenersi concentrati su qualcosa un po’ più a lungo, si verificano miracoli. In questo contesto, osservata da una diversa prospettiva, la scrittura a mano diventa un mezzo aiutarci a sviluppare il nostro stile di scrittura creativa, e tenere una penna tra le dita può rivelarsi un portale verso un significativo viaggio personale, in cui celebrare le imperfezioni e abbracciare altri lati di sé. Lasciarsi guidare nel mettere nero su bianco qualcosa, significa nutrire e coltivare la nostra anima attraverso la contemplazione e l'esplorazione di sé.
Calligrafa e designer, artigiana della parola, Betty Soldi è una pensatrice creativa dalle molteplici sfaccettature che ha vissuto la sua vita tra Firenze e Londra. Spinta da intuizioni significative, gestisce il suo studio immerso in un fiorito giardino segreto fiorentino. Qui, attraverso le "inksperiences" - esperienze di calligrafia moderna personalizzate, che fondono temi artistici con l’approccio unico e olistico di Betty alla scrittura a mano - accadono meraviglie inaspettate.
Un Q&A con Betty Soldi
Come impariamo dalle tue inksperience, la calligrafia non è solo una questione di scrittura a mano, ma principalmente un percorso di trasformazione verso la scoperta di sé. Come sei arrivata a questa conclusione?
Attraverso la calligrafia impariamo di nuovo l'importanza di notare; notare segni, spazi vuoti, proporzioni, connessioni e relazioni tra lettere e forme. Questi gesti trascendono la pura estetica calligrafica e ci conducono a un’inaspettata dimensione di consapevolezza di sé. Rendendoci conto di come la nostra scrittura non si modifichi in corrispondenza del nostro sé in continua evoluzione, ci troviamo di fronte alla possibilità che ci siano parti di noi che abbiamo lasciato inespresse, luoghi del nostro essere in cui difficilmente approdiamo. Essere consapevoli di questo, insieme all’atto fisico della scrittura, apre la porta a esprimere noi stessi in modo diverso.
Cosa succede durante una inksperience e chi può trarne beneficio?
Durante una inksperience assistiamo alle reazioni delle persone di fronte alla possibilità di riscoprire la propria creatività attraverso un bellissimo viaggio maieutico. Spesso l’inizio di una sessione è carico di insicurezze e della paura di sbagliare. Ben presto, però, il giudizio viene sospeso. Attraverso gesti scritto a mano divertenti e significativi ed esplorazioni calligrafiche, ognuno si arrende alla scintilla della creatività, semplicemente riaccendendo qualcosa che è sempre stato lì. Tutti possono trarne beneficio, tutti i livelli di manualità sono più che benvenuti, l'unico requisito è una mente aperta ed essere pronti a far sì che l'imprevisto accada e si sveli. Questo approccio consiste soprattutto nel lasciare andare, nel non controllare. Più facile a dirsi che a farsi.
In che modo lasciare un segno sulla carta può aiutare le persone nel loro processo creativo? Qual è la connessione tra scrittura ed espressione creativa?
Scrivere in modi diversi, senza giudizio, su superfici diverse e con strumenti diversi, ci riporta al bisogno istintivo di esprimerci attraverso segni e scarabocchi, proprio come facciamo da bambini: il grande big bang del “Io sono qui” e sto scarabocchiando me stesso su carta, senza limiti, in modi illimitati. Non controllare e lasciare andare ci rimette in contatto con la scintilla creativa che ognuno ha dentro di sé, l’impulso innato con cui tutti nasciamo.
Durante ogni viaggio di trasformazione, la mente proietta molti ostacoli sul nostro cammino verso il risveglio del nostro Sé: come possiamo scrivere liberamente, senza pensare troppo?
Lasciare andare, accogliere gli errori e accettare l’inaspettato sono i modi attraverso i quali possiamo sperimentare la magia di fluire liberamente, esprimendo istintivamente l’universo che è dentro di noi.
Sull’Autore
Founder di Dvendae, Isabella Giomi è sempre stata mossa da un costante bisogno di entrare in contatto con la bellezza attraverso diversi mezzi di comunicazione, dalla fotografia al copywriting, passando per il visual planning. Lavorando nel settore del marketing digitale, dopo aver sperimentato un burnout lavorativo, ha intrapreso un viaggio continuo che l'ha portata a immergersi profondamente nelle sue ombre, sviluppando un interesse continuo e crescente per lo sviluppo del potenziale innato di ogni essere umano.